東京フラッシュ

Sembra un vecchio filmato di famiglia, con la pellicola screpolata, che qualcuno ha messo in onda in soffitta: le immagini, ora sfocate, ora nitide, scorrono accompagnate da una musica spezzata. Le voci appaiono e scompaiono come un'eco: “mamma”, ‘papà’, “figlio” - frammenti di parole che racchiudono un intero mondo. Sembrano semplici, ma sono così vuote, come se qualcuno avesse tagliato via il centro lasciando solo un contorno fragile.

Questa canzone è come un sussurro che ogni tanto si trasforma in un grido. Non c'è una melodia lineare, solo la sensazione di qualcosa di personale, che ha dimenticato le parole ma ricorda i sentimenti. Come se il passato, il presente e ciò che è andato perduto si intrecciassero in un unico lungo respiro, dove la musica è l'unico modo per dire ciò che non può essere espresso a parole.