PaleTO

Tutto gira come se fosse una festa senza pause: fumo, rumore, luci e quel ritornello che si ripete fino alla trance - sui “quattro grammi”, sui corpi che girano intorno, sulla vita che sembra un gioco con una pallina da ping-pong. Sembra tutto un continuo teppismo, sicurezza e movimento, ma da qualche parte sotto si sente un'eco sorda: stati oscuri, un limbo che finge di essere allegria. In ogni strofa ci sono sia la spavalderia che la stanchezza che ne deriva.

Tra le righe traspare ciò che di solito non si dice: soldi persi, cuori infranti, noia per le vittorie e desiderio di essere, anche solo per un minuto, non sul palco, ma semplicemente accanto. Tutto suona forte, vivace, volutamente sporco, ma è proprio questa la verità. Un mondo in cui i lustrini si attaccano alla pelle non peggio della malinconia.