Forte e chiaro

Come se qualcuno fosse cresciuto troppo in fretta non perché lo volesse, ma perché non c'era altro modo. Ieri ancora stava vicino al cancello della scuola con la palla, oggi già palleggia con la paura, il destino e un paio di banconote che comunque non curano il vuoto. La città opprime con le sue spalle di cemento, ma da sotto di esse emerge comunque una malvagia tenacia, proprio quella che non ti fa cadere, anche se tremi dalla stanchezza. La musica sembra profumare di asfalto dopo la pioggia e di mani che odorano di sigarette e di vittorie finte. Ogni colpo è un promemoria che per ogni passo non paghi con moneta, ma con tempo, nervi, a volte amici. Ma anche in questo c'è una strana bellezza quando sopravvivi per dispetto, quando stai sull'orlo del precipizio con gambe traballanti e guardi comunque in alto.