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Descrizione
L'immaginazione disegna un simpatico ripensamento del destino: nella prossima vita sarò un falegname, per costruire una casetta in un angolo del cielo; in quella successiva sarò un ingegnere, per costruire un ponte che conduca direttamente al calore di una sponda lontana. Sembra tutto scritto su un diario, dove si mescolano preoccupazioni pratiche e scherzi infantili: costruire, ripulire, ricominciare da capo con un nuovo piano.
Il ritornello suona come un silenzioso promemoria nel tè del mattino: ciò che è passato è passato, ma il mondo continua a girare e le ferite sanno guarire da sole. I punti dolenti oggi sembrano più evidenti semplicemente perché la luce è più debole; poco dopo si trasformeranno in una piacevole cicatrice con una storia che fa sorridere. Nessuna pateticità, piuttosto una leggera filosofia al banco del mercato: prendi ciò che ti riscalda, il resto - sullo scaffale.
E nel ponte della canzone - la proposta di riscrivere la sceneggiatura: cambiare il corso, migliorare il finale, fare un altro ciak, finché il tempo non è scaduto. C'è un po' di audacia e molto calore in questo: la disponibilità a essere chiunque, anche un piccolo brigante per amore della luna, pur di incontrarsi di nuovo. Il finale invita a ripetere, come il desiderio di scrivere una nuova pagina e non perdere la speranza.
Testo e traduzione
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