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Descrizione

Il celtic rock è un ibrido tra il rock e la musica tradizionale celtica. Il genere è noto per combinare il suono delle cornamuse e dei flauti irlandesi. È particolarmente diffuso in Irlanda e Scozia dalla fine degli anni '60, ma anche nelle diaspore da Boston a Sydney. Nell'ecosistema musicale, il genere occupa una nicchia tra il folk rock e ibridi più aggressivi come il celtic punk e il celtic metal.

Storicamente, il punto di partenza è considerato la fine degli anni '60 - inizio degli anni '70. In Irlanda, la scena iniziale è stata plasmata dagli Horslips, che hanno tradotto le trame epiche del ciclo mitologico in drammaturgia prog rock, mentre in Bretagna il cantautore e arpista Alan Stewell ha contribuito alla rinascita dell'arpa bretone e ha portato il suono celtico sul grande palcoscenico. L'influenza del rock celtico si è manifestata in diversi modi. Ha fornito alla scena rock mondiale formule melodiche stabili e ha contribuito a normalizzare strumenti “non convenzionali” nel mix pop, dalle cornamuse alle bombarde. Oggi il rock celtico è importante come modello pratico di patrimonio culturale: mostra come la tradizione locale possa vivere nei flussi globali senza perdere la propria identità. L'ulteriore sviluppo seguirà probabilmente la linea di ibridi puntuali con l'indie rock, l'elettronica e le colonne sonore cinematografiche, nonché attraverso scene locali dalla Galizia all'isola di Man, dove la nuova generazione di musicisti percepisce già il rock celtico non come un “incrocio di generi”, ma come un linguaggio naturale per le storie contemporanee.

Il canone del genere si è formato grazie a diverse pubblicazioni significative. “Renaissance of the Celtic Harp” di Alan Stewell (1971) ha reso l'arpa bretone il simbolo del suono celtico contemporaneo e ha dimostrato che la tradizione può essere portata nelle sale da concerto. Gli Horslips hanno dato forma al modello narrativo-rock in “The Táin” (1973) e “The Book of Invasions” (1976), combinando trame mitologiche con arrangiamenti prog. Il singolo irlandese dei Thin Lizzy “Whiskey in the Jar” (1972), sebbene appartenga più in generale alla scena rock, ha consolidato la melodia celtica nelle radio mainstream. In Scozia, i Runrig in “The Cutter and the Clan” (1987) hanno codificato il formato rock gaelico per le arene, mentre i Waterboys in “Fisherman's Blues” (1988) hanno dimostrato come il blues rock e i ritmi irlandesi possano coesistere in un album d'autore. Negli anni '80 i Moving Hearts con il loro album di debutto “Moving Hearts” (1981) hanno aggiunto alla tavolozza sfumature soft jazz e politiche, mentre negli anni '90 i Capercaillie con “Delirium” (1991) hanno proposto una versione raffinata in studio con voce femminile in gaelico. Più tardi, i Wolfstone con “The Chase” (1992) hanno consolidato la cornamusa rock come standard da concerto, mentre le compilation delle etichette irlandesi e le sessioni della BBC hanno diffuso questo suono a un nuovo pubblico.