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Descrizione
L'odore di vernice e shampoo, il telefono in mano e una piccola richiesta: “un po' più corto, un centimetro”. La sensazione di avere accanto un professionista affidabile, la fiducia come un velo invisibile: ci si può rilassare e sfogliare il nastro. Il salone è come un piccolo palcoscenico, dove si attende un semplice atto di rinnovamento: una nuova lunghezza, un colore fresco, una piccola vittoria sulla grigia routine quotidiana.
Lo specchio ha improvvisamente rivelato una sorpresa nel genere della tragicommedia assurda: invece di una leggera correzione, i capelli sono stati tagliati a metà e tinti come se avessero intrapreso una carriera indipendente. Una sorta di mostro comico nel riflesso, e la richiesta gentile si è trasformata in un insulto e sfiducia. Il dialogo tra il cliente e il parrucchiere è un breve spettacolo di incomprensione, dove l'intonazione calma si scontra con l'insolenza del conto e la richiesta di risarcimento per l'errore di qualcun altro.
Il conflitto si infiamma rapidamente e diventa quasi caricaturale: dolore, indignazione, risposta impulsiva e desiderio di consolarsi con caffè e cioccolata, i buoni vecchi rimedi contro un taglio di capelli malriuscito. L'intera scena profuma di ironia e di leggero dramma, come una nota in un diario con la dicitura “a volte il mondo si rompe di pochi centimetri”. E da qualche parte, tra la rabbia e le risate, rimane il calore del pensiero che il mondo continuerà a girare e che il giorno dopo il trucco con i capelli potrà essere ricordato come un episodio spiacevole, ma con una nota di assurdità.
Testo e traduzione
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