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Descrizione
Il cuore batte forte, come un motore al limite, e a questo ritmo si aggiungono la stanchezza, i ricordi e troppo dolore. Qui l'alcol diventa un alleato e le righe sono una sorta di confessione, dove ogni parola è per metà un grido e per metà una cicatrice. Crescere troppo presto, perdere troppo e continuare comunque ad andare avanti, come se la velocità potesse salvarci.
Nel testo si percepisce l'amarezza delle perdite, ma anche il fiero “non mi sono spezzato”. Un misto di audacia giovanile e pesante maturità: angeli in cielo, tribunali sulla terra e, tra loro, il tentativo di rimanere vivi, di brillare almeno per un istante. La musica sembra trascinare in un vortice, dove ogni battito colpisce le tempie e ogni immagine brucia.
Eppure, in questo caos c'è una luce: il ricordo dei propri cari, i fan, la madre, la cui benedizione viene portata con cura nella notte. Il risultato non è solo un brano sulla sopravvivenza, ma la cronaca di un percorso in cui il dolore e la gloria camminano fianco a fianco e entrambi diventano carburante.
Testo e traduzione
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