Respire fort

La folla pulsa, tuona, ride eppure esce vuota. L'aria sembra comune, ma bisogna respirare da soli, come se ogni inspirazione passasse attraverso schegge di vetro. La musica scorre nelle vene, toglie il fiato, e per un istante sembra che sia proprio lei a tenere in vita, a non permettere di dissolversi completamente nel rumore delle voci estranee. C'è una strana onestà in questa corsa sul posto: la paura, il panico, il tentativo di liberarsi della pelle dell'ansia mentre gli altri dormono sonni tranquilli. Fuori festa, dentro un incendio, dove il cuore non sa se battere o semplicemente bruciare. Eppure il ritmo continua a chiamare, come se il corpo ricordasse come vivere, anche quando la mente si arrende.