Descrizione
Nostalgia con graffi sul vinile: le parole sono come vecchie fotografie, o più luminose nella memoria, o semplicemente più contrastate, e tra i fotogrammi si estendono tracce di diffidenza e litigi abituali. I tentativi di riavvicinamento si trasformano in uno spettacolo di sottintesi, dove risuona più forte la irritata certezza che i grandi piani crollino per le stesse convinzioni che un tempo sembravano un sostegno salvifico. Il ritornello ripete "bon, bon" come un manifesto di un giorno ordinario, non odio, non apocalisse, ma una stanca disponibilità a rassegnarsi e a ridere a denti stretti. Ogni crescita qui si legge senza pathos: i traumi ritornano secondo un programma, gli imperi finiscono sui libri di storia, e non resta che mantenere l'equilibrio tra sarcasmo e gentilezza, come se fosse l'unico modo onesto di guardare il mondo.
Testo e traduzione
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