HAPPINESS

C'è odore di soldi, poi di champagne, di quello che si apre non per il gusto, ma per il rumore. Quando il tappo vola via, sembra un fuoco d'artificio sopra il quartiere, e diventa chiaro a tutti: la serata è iniziata bene. Qui non si riflette sulla morale, ma solo su marchi, collaborazioni e percentuali. Si pecca con un sorriso e con costosi crossover, nascondendo la stanchezza con battute e frecciatine “fraterne”. Un mondo in cui persino Dio è in catene, ma nessuno gli presta attenzione, perché il basso suona troppo forte. Sembra tutto sporco, ma è proprio questo lo stile: lo splendore sopra le cicatrici, la sicurezza di sé al posto della tranquillità. Sembra che se qui c'è un miracolo, esso avvenga sotto la luce dello stroboscopio, tra un sorso di brut e un nuovo affare.