Descrizione
L'aria pesante del porto, impregnata di sale, sangue e ricordi, sembra cantare: bassa, sorda, con i gemiti di un vecchio albero. Ogni parola qui arrugginisce come una catena d'ancora, ma tiene forte. La ballata marina sul dolore e il tradimento suona come se fosse cantata non con la voce, ma con il cuore, ferito e ancora ardente.
In questo ritmo non c'è fretta, solo un dondolio, un lento oscillare tra la vita e la morte. La canzone si protrae come una vecchia lettera trovata in una bottiglia: parole semplici, ma dietro di esse c'è l'eternità. E anche quando l'oscurità si infittisce e il vento strappa il tessuto del sonno, da qualche parte nel profondo risuona proprio quel richiamo - “Uyan Alim”, come se la speranza sapesse ancora respirare.
Produzione: Kalan Music
Produttore: Hasan Salty, Nilüfer Salty
Regista: Veysel Kılınç
Fotografia: İbrahim Kaya, Murat Akbaba e Furkan Taşbilek
Luci: Atilla Erzenjin e Cetin Demirel.
Montaggio video, colore: Malik Altınses
Montaggio video: Erdem Altınses
Mixaggio, masterizzazione: Serkan Özürt
Luogo: Yeldeğirmeni Sanat.
Copertina: Negriyan Birlik
Testo e traduzione
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