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Descrizione
Qui la rabbia e la fede vanno a braccetto, come vecchi amici che non hanno mai imparato ad andare d'accordo, ma continuano comunque a bere allo stesso tavolo. Le parole tagliano come lame affilate, come se la verità fosse finalmente stanca di tacere: su chi dimentica da dove viene, sull'amicizia che si è rivelata un fantasma e sulla solitudine, pesante come una montagna, ma familiare come il respiro.
Non è una lamentela, piuttosto un resoconto al cielo: per gli errori, per l'orgoglio, per la sopravvivenza in un mondo dove tutto si vende, tranne la coscienza. Il ritmo batte ostinatamente, come un cuore che non si è arreso, anche se ha attraversato una tempesta. E da qualche parte, sotto tutta questa armatura, si sente un “io sono” stanco ma vivo. Anche se solo, anche se “dormadagın”, ma ancora fermo sulle proprie posizioni.
Testi e musica: Akhiyan
Mixaggio e masterizzazione: Mustafa Kalem
Direttore della fotografia: Kemal Cetin Kaya
Colore: Ufuk Aktas
Montaggio: Sedat Taşdemir
Drone: Atilla Hun
Responsabile di produzione: Ömer Ediz Fırat Ors
Parrucchiere: Ferdi Okaktan
Stratega digitale: Miraç Aslan
Testo e traduzione
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