Descrizione
Quando il dolore diventa quasi familiare, iniziano a sbocciare le rose - da qualche parte dentro, sotto la gabbia toracica. Quelle stesse rose che all'inizio profumano di speranza, ma poi appassiscono silenziosamente a causa di una parola di troppo. Tutto sembra non essere mortale: le notizie sono buone, la vita va avanti, semplicemente il cuore ha deciso di nuovo di giocare all'autodistruzione.
All'esterno c'è calma, mentre all'interno c'è un'orchestra di sospiri e rimpianti. Ogni strofa è come un tentativo di spiegare a se stessi perché non si è riusciti a rimanere indifferenti. Perché anche dopo il finale rimane comunque un'eco - delicata, fastidiosa, quasi affettuosa.
E sembra che sia ora di cancellare, dimenticare, andare avanti. Ma la memoria è testarda, come un vecchio disco che si è bloccato sulla parola “non ho potuto”.
Testi: Jihan Günasan
Musica: Jihan Günasan
Arrangiamento: Osman Çetin
Coproduttore: Mert Yildiz
Mix: Osman Cetin
Mastering: Emre Kiral
Video con il testo: Jihan Gunasan
Produttore: Jihan Gunasan
Distribuzione: X Production
Testo e traduzione
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