Descrizione
C'è odore di viaggio, non di benzina o di mare, ma di quel vento speciale che strappa le vecchie etichette e sussurra: “Allora, si parte?”. Nessuno sa dove si andrà, ma tutti sanno che non si tornerà indietro. Ad ogni passo si sente lo scricchiolio del ponte di una nave, il brusio della stazione, il fruscio delle pagine - e tutto questo per ricordare che non si vive per raggiungere una destinazione, ma per il viaggio stesso.
Dentro di sé è come un eterno vagabondo: oggi capitano, domani passeggero senza biglietto, dopodomani filosofo che ha perso la penna ma ha trovato se stesso. Qui ci sono Moby Dick, il Corto Maltese, il principe e il vecchio sul mare: tutti coloro che un tempo hanno cercato di capire perché l'uomo naviga, se la costa scompare comunque.
E forse l'essenziale non è arrivare, ma non smettere di camminare. Perché quando dentro di noi arde il fuoco di Prometeo e nello zaino abbiamo solo inchiostro e speranza, ogni “in viaggio” suona come “vivere”.
Testo e traduzione
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