Tumbleweed

Qui tutto ruota attorno all'immagine del rotolo di paglia: leggero, libero e allo stesso tempo condannato al movimento eterno. Le parole suonano come una conversazione con coloro che sono alla continua ricerca di sé stessi: persi o liberi, sospesi “da qualche parte tra” la scelta e il caso. La luna, le crepe nell'asfalto, il vento: tutto diventa lo sfondo per una domanda che ognuno ha sentito dentro di sé: “Sei dove volevi essere?”.

La musica oscilla come una strada di notte: è un po' ipnotica e costringe a rallentare, anche se il protagonista del testo non è in grado di farlo. L'ironica tristezza sta nel fatto che il movimento infinito può essere sia una fuga che una libertà. Non resta che osservare come questo tumbleweed rotola via, verso il suo posto o semplicemente lontano.