Descrizione
È come se la conversazione iniziasse con una leggera gomitata: sembra una sciocchezza, ma dentro di te ti ferisce. All'inizio un silenzioso “va bene, sopporterò”, poi una risata improvvisa per qualcosa che è caro, e la melodia nella testa suona sempre più piano, finché non si trasforma in silenzio. E poi diventa spaventoso: come se qualcuno invisibile avesse girato delle manopole e i propri pensieri avessero smesso di obbedire.
Qui c'è romanticismo e veleno nello stesso bicchiere. Lo sguardo affettuoso si rivela serpente, il tocco delicato un laccio. Le metafore si susseguono come in un libro di biologia: mascelle, ossa, istinto predatorio. Ma questo non le rende meno poetiche. Una combinazione di dolore e bellezza, dove persino il tradimento suona musicale e il serpente acquista improvvisamente le ali di un angelo.
Sceneggiatura: Vilde Iris Hartveit Kollveit, Askjell Solstrand e Sander Askeland
Produttori: Askjell, Vilde Iris Hartveit Kollveit e Sander Askeland
Mixaggio: Askjell Solstrand
Masterizzazione Magnus Gulbrandsen
Direttore della fotografia/operatore: Romain Schwalbski
Montaggio/valutazione: Romain Schwalbski
Grafico: Kristoffer Eidsnes
Testo e traduzione
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