Arcadia

La luce non si spegne immediatamente: prima si affievolisce, si diffonde negli angoli, e poi rimangono solo polvere, aria fredda e silenzio. In questo silenzio ci sono ricordi che fino a poco tempo fa brillavano, ma che ora ricordano più dei frammenti di vetro: belli, ma taglienti. Eppure, da qualche parte tra il dolore e la stanchezza, appare un leggero tremito, come il primo vento caldo dopo un lungo inverno.

Qui non si tratta di dramma per il dramma. Questa fuga non è indietro, ma avanti: dove si può finalmente respirare, dove Arcadia non è un mito, ma un punto sulla mappa dentro di sé. La musica trasporta come una strada notturna fuori città: fredda, ma onesta, buia, ma in questa oscurità c'è una direzione. La distruzione non annulla il movimento, ma lo rende reale, ed è proprio questo che rende il brano così accattivante.