Descrizione
Le parole di questa canzone sembrano sparse sul pavimento, come frammenti di qualcosa che un tempo era integro. Il cuore batte ostinatamente al suo ritmo, non ascolta né le esortazioni né il buon senso, e i sentimenti sono come ferite mal rimarginate che continuano ad aggrapparsi al tessuto dei vestiti.
Qui il destino non appare come una severa signora con un libro, ma come una coperta morbida ma fredda, che avvolge così tanto da rendere difficile respirare. Anche i rimproveri non suonano come rabbia, ma come un disperato tentativo di raggiungere chi un tempo era vicino.
La musica è intrisa di una stanchezza pesante, quasi fisica, e di una sorta di rabbia luminosa per la propria impotenza. Non si tratta di vendetta né di perdono, ma piuttosto di quello strano punto in cui l'amore se n'è già andato, ma il dolore è ancora lì.
Testi e musica: Eren Birbey Yasar - Burak Bulut
Arrangiamento: Sezgin Gezgin
Chitarre: Selahattin Guzelel
Clarinetto: Aykut Sütoglu
Violini: Strings of the New World
Mixaggio e masterizzazione: Chandar Köker
Studio: Maestro
Regista: Yusuf Jan Ozbilgen
Direttore della fotografia: Anil Kilinc
Master: Ugur Gurkan
Chitarra: Mustafa Avci
Montaggio: Burak Celik
Colore: Emre Karagöz
Testo e traduzione
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