Descrizione
Le voci qui risuonano come se all'interno di una vecchia casa fosse stata improvvisamente aperta una finestra: una corrente d'aria ha portato con sé un odore di umidità e il silenzio si è riempito di qualcosa di inquietante e vivo. La musica è semplice, ma si protrae come il fumo dopo una candela: né luce né oscurità, ma proprio quello stato instabile in cui non si ha la forza di piangere e non si riesce a ridere.
Ogni riga è come una cicatrice, ma senza drammaticità, semplicemente un dato di fatto con cui si è imparato a convivere da tempo. Eppure, in questa cupa viscosità si sente una richiesta: non voltarti, non lasciarmi tra gli sguardi estranei e le mani vuote. La tristezza si trasforma in un ornamento in cui la malinconia non distrugge, ma, al contrario, diventa un abbellimento.
Testi e musica: Fatma Aydogan
Arrangiamento: Ahmet Kalabay
Mix: Derin Bayhan
Mastering: Özgür Yurtoglu
Strumenti a corda e percussioni: Onur Nar
Batteria: Gençay Kıymaz
Trombone: Burak Dursun
Produzione: Rint
Testo e traduzione
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