Pray

Non pregate.

Il suono è come un biglietto strappato nel cuore della notte: severo, diretto e senza alcuna pietà. La voce è allo stesso tempo un coltello e una coperta: taglia la verità e poi riscalda con fredda lucidità. Ogni riga è un rifiuto della compassione altrui, un sottile sorriso rivolto ai salvatori dalle migliori intenzioni. Qui non si cerca conforto, qui si respingono gli abbracci, perché feriscono più di quanto curino. Ne risulta una confessione pesante, che invece del pentimento chiede solo una cosa: essere lasciati in pace. La sensazione è come se la porta si fosse chiusa con uno sbattere, e sul tavolo fosse rimasto un biglietto, tristemente divertente e dolorosamente onesto.