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Qui il calore non viene dal fuoco, ma dall'elettricità nervosa tra le righe. È come un incontro sulla banchina della stazione: niente fiori, niente pathos, solo sguardi, un'attesa un po' stanca e la speranza che tutto possa cambiare.

Il suono è sostenuto dal calore e dal ritmo ripetitivi, che sembrano pulsare insieme al cuore, spinto al tempo supplementare. All'interno, un misto di desiderio e irritazione, malinconia e sfida: come una danza in cui i passi non coincidono mai, ma è proprio questo che impedisce di fermarsi.